Giovanni Mazza

1934-2023

Giovanni Mazza

Giovanni Mazza nasce a Roma il 16 luglio 1934. Trascorre la sua gioventù nel caratteristico quartiere di Trastevere fino agli anni Sessanta. Affascinato dalla figura, inizia giovanissimo a ritrarre i suoi coetanei e compagni di giochi. Notato dall’anziano e affermato pittore G. Ferrazza, trova in lui la prima guida allo studio della figura umana e da lui viene introdotto nell’ambiente artistico del quartiere che ha il suo cuore pulsante negli studi d’arte di Via Orti d’Aliberti. Luoghi d’incontro questi non solo di pittori e scultori del luogo, ma anche di architetti, letterati, musicisti con cui Giovanni Mazza estende le sue esperienze culturali.

Sono anni in cui ferve l’impegno artistico, intellettuale e sociale che si riflette anche nelle vivaci discussioni del gruppo di Via Orti d’Aliberti con la nascita della brillante iniziativa – proposta dallo scultore M. Capezzuoli e dal pittore G. Ragogna “Arte nel Quartiere” e realizzata presso la sede della sezione del Partito Socialista Italiano nel Quartiere Trionfale . Una manifestazione di grande successo a cui aderiscono molti nomi noti come R. Guttuso, Omiccioli, Gianpistone e altri; in questa occasione, per la prima volta Giovanni Mazza viene segnalato da un critico d’arte sul Giornale d’Italia come “inedito disegnatore da ricordare”.Esperienze ed amicizie queste che costituiscono la base per la formazione artistica di Giovanni Mazza.

Un ulteriore impulso e consolidamento verso la maturità artistica, Mazza la riceve durante il periodo in cui frequenta lo studio del Maestro Beppe Assenza: un insegnamento sempre vivo in lui e per il quale sente di dover esprimere perenne riconoscenza. Successivamente, Giovanni Mazza partecipa a numerose esposizioni tra le quali alle pittoresche mostre all’aperto di Via Margutta in Roma e, più tardi, nel 1958, alla Prima Rassegna di Arti Figurative di Roma e del Lazio (attuale Biennale di Roma) gli viene conferita la Medaglia d’Argento. Negli anni che seguono la laboriosa attività artistica di Giovanni Mazza prosegue ininterrotta lungo un percorso di ricerca personale volto alla meditata riflessione sulle tematiche sociali che coinvolgono l’uomo contemporaneo.

Sono questi i temi che diventano oggetto di discussione nei proficui incontri con autorevoli intellettuali quali il docente universitario A. De Lorenzi e il critico d’arte F. Amato; il professor F. Salvotti (docente universitario di estetica, pittore, giornalista e critico d’arte); il professor W. Alberti (docente, giornalista, saggista e critico cinematografico); il professor G. Giraldi (docente universitario, saggista, filosofo); Chino Bert (stilista e artista). E sono ancora questi i temi che oggi Mazza propone con la sua pittura e che incontrano il favore della critica e del pubblico quando vengono proposti in concorsi, eventi culturali, mostre collettive e personali presso prestigiose gallerie sia in Italia che all’estero.

Un pensiero particolare va al filosofo e amico prof. Giovanni Giraldi con il quale, nella sua caratteristica dimora di Voze (SV),   Giovanni Mazza  si  è lungamente intrattenuto su argomenti filosofici, politici ed estetici che ivestono la società contemporanea. La stima reciproca è tale che sul periodico Sistematica, fondato dallo stesso Giraldi, più volte viene espresso il suo pensiero nei confronti della pittura di Mazza.

L’importanza della forma e la spiritualità nell’opera di Giovanni Mazza

Mentre guarda muovere sulla scacchiera della vita le pedine dello stile, Giovanni Mazza non ha verso tale spettacolo, in cui è coinvolto come uomo, alcuna intenzione contestatrice  quando agisce come artista. Evita ogni condizione o azione che non sia di ordine stilistico, guarda e traduce gli aspetti della realtà, senza piegarli a tesi o a programmi, egli predilige lo spettacolo sociale a quello naturale. L’opera di questo artista è quindi sotto il segno della ricerca, dell’intelligenza, della volontà; è l’ossessione dell’osservare la realtà in ogni suo elemento e darne immagine che assilla e regola ogni suo atto d’artista.

Mazza nella sua pittura restituisce un’immagine bloccata secondo le regole di una spazialità non naturalistica, ma strenuamente intellettuale. L’armonia della composizione non è generata da idee veristiche né  da intenzioni di incapsulare la realtà nell’involucro di forme e ritmi di perfezione canonica, ma sono i mezzi per mettere a fuoco l’attimo in cui il divenire esistenziale si arresta agli occhi dell’artista per trasformarsi in momento estetico.

Abbiamo già accennato come l’umano sia il tema ricorrente e prediletto dall’artista, ed egli ci restituisce nell’eternità del ritmo formale quelle masse colorate, fluide, morbide, ma improvvisamente accese di timbri acuti e di colori scattanti che pongono le figure in una dimensione fantastica, che le rendono assolute ed immutabili. Giovanni Mazza è osservatore attento alle azioni quotidiane cogliendo con pacata sensibilità attimi magici che difficilmente sfuggono ad un artista. La figura è studiata ed analizzata, e trasmessa attraverso il suo fascino. Egli evita qualsiasi compiacimento edonistico per una ricerca realistica di tutti gli atteggiamenti possibili nell’infinita varietà delle pose con cui l’uomo trascorre la vita. Tutto viene studiato per valorizzare le linee superbe di questi corpi eretti, sdraiati, piegati, contorti, forzati fino al limite della rottura dell’equilibrio. E tutto questo attraverso angolazioni differenti, spazi raccorciati, tagli arditi di figure in primo piano che valorizzano la plasticità delle forme e un’originalità del comporre raramente uguagliata.La luce viene anch’essa sapientemente studiata, dosata, esaltata attraverso l’uso di gamme inusitate. Giovanni Mazza, l’artista, scopre così la bellezza della pelle e degli effetti luminosi su di essa, una preziosa e calda armonia in modo da rendere le sfumature della luce, intima eppure vibrante, che si diffonde sulla pelle, caratterizzata dalle forme plastiche delle pose. E il tutto tramite una scioltezza di colore ed una velocità di pennellata che non conosce dubbi o ripensamenti e che testimonia una sicurezza gestuale particolarmente personale. Mazza non è solo un pittore di nudi e figure umane, egli si dedica molto anche a paesaggi e nature morte dove la pennellata si condensa in piccoli particolari per poi immediatamente ripartire in infinite e fluide stesure. L’acuta osservazione di Mazza si è anche molto soffermata sullo studio dei volti umani e, attraverso di essi, sulla psicologia delle sue figure, penetrando profondamente nel loro spirito e registrandone automaticamente il loro pensiero.

Nell’opera di Mazza prevale il momento dell’operazione di metamorfosi stilistica, tesa ad enucleare certi significati dalle apparenze del vero, non a farne meri supporti di armonie formali, ma a bloccarne la misteriosa essenza vitale, la presenza in sé. M’è sembrato di cogliere un segreto nel suo intimo: un cimento sempre nuovo in ogni nuova tela, ogni soggetto vissuto e tradotto attraverso un intenso raccoglimento, una vissuta partecipata profonda meditazione, una esaltazione del puro sincero sentimento.

Carlo Occhipinti – Guida allo studio dei maestri dell’Arte Contemporanea, Edizione 1988 Ente Biennale della Spezia pp. 87-88

 

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